Prima lezione didattica parte 1 e 2 (27/02/2016)

La didattica, indica la teoria e la pratica dell'insegnamento.
Si può dividere in
didattica generale, che riguarda i criteri e le caratteristiche generali della pratica educativa, e in
didattica speciale che riguarda invece i singoli insegnamenti o le diverse caratteristiche (età, capacità specifiche, ambiente) dei soggetti dell'apprendimento.
Tale termine si è prestato a una molteplicità di interpretazioni e allo stato attuale è stata definita come l'arte dell'insegnare o la scienza dell'insegnamento e dell'apprendimento, chiaramente con le dovute differenze poiché l'apprendimento può generarsi anche in mancanza di una didattica (esperienza di fatto senza nessuna spiegazione altrui).
La didattica è una scienza che si occupa della relazione tra insegnamento e apprendimento ovvero di quella dimensione dell'apprendimento che si genera anche in virtù di un adeguato intervento didattico per favorire lo sviluppo.
Un'accezione dovuta alla filosofia greca classica è quella di “educazione” che implica il tirare fuori dal soggetto le sue potenzialità, attraverso un intervento didattico ed educativo.
Il nostro sistema di istruzione e formazione si pone l'obbiettivo di innestare delle metodologie didattiche personalizzate e differenziate o meglio individualizzate per ogni individuo al fine di trarre fuori dal singolo le sue specifiche potenzialità.
Questo filone teorico prende il nome di inclusione che fondamentalmente è  un altro degli argomenti che si tratteranno in questo corso poiché rappresenta la filosofia, la politica attuale del nostro sistema formativo. Prima di arrivare a questo partiremo dalle teorie dell'apprendimento, sviluppando un discorso, per quanto possibile, partiremo dalle varie teorie del comportamento come il comportamentismo, cognitivismo e costruttivismo procedendo in ordine storico e partendo dal comportamentismo.
Il principio fondamentale del comportamentismo è l'aspirazione a dare un fondamento scientifico alla psicologia, in maniera da inserirla a pieno titolo fra le scienze biologiche, nelle scienze naturali. 
Il comportamentismo è una teoria che si è generata in primis all'interno della psicologia americana ma che poi venne iscritto nei termini di un filone culturale perché aveva coinvolto una serie lunga di scienze e di discipline  quali la psicologia, la filosofia, l'informatica, la didattica stessa, e fondamentalmente parte da un presupposto, cioè ci troviamo in un periodo in cui la psicologia tentava di assurgere allo status di “scienza dura” cioè tentava di mutuare la propria metodologia d'indagine da alcune discipline scientifiche, da alcune scienze come la chimica, la fisica, la matematica, definite anche scienze esatte, in contrapposizione alle “scienze morbide” cioè le scienze sociali le quali sono lontane da misurazioni di precisione della matematica, della fisica ecc... la psicologia, in questo caso, tentava di mutuare il metodo scientifico da queste discipline, al fine di conferire alla psicologia uno statuto di scienza, per quanto possibile, vicina alle scienze dure (matematica, fisica ecc..).
In questo senso, l'unica cosa che i comportamentisti ritenevano osservabile e quindi possibilmente oggetto di studio, era il comportamento, per il semplice fatto che il comportamento di un individuo è osservabile nell'immediato.
In particolare, i comportamentisti, ritenevano che il comportamento di un soggetto o individuo, fosse semplicemente la risposta ad un determinato stimolo, quindi abbiamo: uno stimolo che viene dall'ambiente, cioè dall'esterno che attraverso un processo di elaborazione genera un determinato comportamento in un organismo vivente.
Tutto ciò che avviene nel processo di elaborazione, cioè tra ciò che si situa tra lo stimolo e la risposta del soggetto, viene considerata dai comportamentisti come un fenomeno che non è osservabile, per quanto tale non è oggetto di studio, perché non quantificabile, non osservabile e non descrivibile.

STIMOLO
RELAZIONE
RISPOSTA

Ad esempio:
la risposta a un determinato stimolo è determinata da processi di elaborazione personali, cognitivi e mentali che determinano poi la risposta relativa. Questi processi rappresentano, per i comportamentisti, una black-box, cioè una scatola nera che non può essere in alcun modo penetrata e non costituisce un elemento di studio.
 Tra i padri del Costruttivismo troviamo sicuramente Pavlov, noto soprattutto per i suoi esperimenti sui cani e soprattutto per lo studio sul “riflesso condizionato”.
Il video riporta la sperimentazione classica del riflesso condizionato.
Si faceva precedere alla somministrazione del cibo a dei cani un suono; con il tempo il cane apprende che, dopo il suono, gli verrà fornito il cibo; a seguito del condizionamento, il suono di per sé generava la salivazione del cane. Lo stimolo neutro, non in grado di determinare la risposta condizionata -la salivazione-, dopo tale ripetuta associazione, determina la risposta condizionata. Alcuni comportamentisti sostengono semplicemente che l'osservazione del comportamento è il modo migliore, o il più conveniente, per investigare i processi psicologici e mentali. Successivamente eliminò la somministrazione del cibo lasciando solo la campanella per un certo numero di volte, ma i cani cominciavano a emettere bava ugualmente. Questo perché essi avevano imparato ad associare. Se al campanello viene sostituito un metronomo o qualsiasi altro stimolo, il risultato è sempre lo stesso. Il prof spiega, attraverso il video, tutto ciò sopra riportato
La sperimentazione sul condizionamento alimentare viene realizzata attraverso una fistola predisposta sul cane, dove la fistola è un buco alla guancia a cui viene attaccato un tubo o imbuto che raccoglie la saliva, la quale, poi, viene misurata con un cilindro graduato.
Il cibo da solo determina la salivazione in quanto atto istintivo innato.
La campanella, da sola, non produce alcun effetto o stimolo. Dopo un numero di tentativi di associazione, il solo battito del metronomo (o della campanella) produce salivazione, dunque il riflesso condizionato.
Successivamente, allo stimolo (campanella o altro) non viene fatto susseguire il cibo e si nota che il cane comincia lo stesso a salivare
Dopo innumerevoli volte, però, la risposta dei cani cominciò a estinguersi fino a scomparire. E' bene chiarire che se la somministrazione di cibo e salivazione del cane non costituiscono apprendimento, il suono della campanella e la salivazione costituiscono invece l'apprendimento.

CIBO = STIMOLO INCONDIZIONATO
SUONO DEL CAMPANELLO = STIMOLO CONDIZIONATO
 che rappresenta una forma di apprendimento.
 LO STIMOLO INCONDIZIONATO del cibo o qualsiasi cosa determini per questioni biologiche un dato comportamento e una sua risposta comportamentale genera una relazione incondizionata e non costituisce apprendimento.
Quando invece subentra uno stimolo che è stato inserito arbitrariamente dallo sperimentatore, questo stimolo prende il nome di stimolo condizionato e la risposta prende il no,e di risposta condizionata per il semplice fatto che è stata indotta da una forma di associazione tra due elementi che prima non erano collegati in alcun modo, e questo rappresenta una forma di apprendimento.

Lo psicologo statunitense Watson è considerato fondamentalmente tra i padri del comportamentismo, anche per una serie di questioni legate ai rapporti tra Germania e America del tempo (l'America credeva di aver trovato una propria autonomia rispetto al continente europeo); in particolare Watson definì in modo più specifico che il rapporto tra stimolo incondizionato e risposta incondizionata non costituiscono apprendimento perché “congenite e innate” mentre invece, le altre forme di apprendimento viste in precedenza, rappresentano una forma di apprendimento. In pratica lui è il primo a formalizzare lo studio di Pavlov, il quale, invece, si era solo limitato a verificare tale studio. Watson, insieme a Skinner, partendo da questi presupposti tenderanno poi a gettare le basi per quelle che sono le moderne tecniche comportamentiste di istruzione e di didattica.
In particolare Watson notò anche che, in virtù di un dato stimolo un soggetto può emettere comportamenti di natura differente e si interrogò su “che cos'è che determina il livello di probabilità di una data risposta a uno specifico stimolo?” nel senso che,
anche voi, alla domanda “vi piace il corso di didattica generale?” qualcuno mi risponderà “sì”, qualcuno mi risponderà “no”....lo stimolo è esattamente lo stesso, cioè la domanda.. La risposta dipenderà, poi, da una serie enorme di cose come le vostre storie personali, gli stimoli ambientali, l'impatto della mia persona sulla vostra storia personale, ecc.ecc...
Watson si cominciò a chiedere che cos'è che determina o come posso sapere la risposta e il comportamento che verrà emesso da un individuo in relazione a uno specifico stimolo se viene fornito. Per rispondere a questa domanda elabora due leggi: la legge di frequenza e la legge di recenza, attraverso una serie di sperimentazioni Watson mise in luce come, in relazione a un dato stimolo, un soggetto tenderà a emettere o esprimere un comportamento che ha già emesso in passato, nel senso che si tratta di strategie che vengono memorizzate e quindi, quanto più volte un soggetto ha risposto in un determinato modo a un dato stimolo, tanto più è probabile che egli tenda sempre a rispondere in quello specifico modo.
La seconda legge, al legge di recenza, indica semplicemente che una data risposta comportamentale ha tanta più probabilità di essere emessa quanta più è stata recente la sua ultima emissione.
Es: se io, a determinati stimoli ho risposto in un modo, in un lasso di tempo breve, è probabile che io tenderò a emettere la stessa risposta ad quel dato stimolo.
La combinazione tra queste due leggi ci fornisce un determinato grado di approssimazione relativamente a qual è  la probabilità che un dato comportamento possa essere emesso da un individuo. In realtà si tratta semplicemente dell'associare la frequenza con la probabilità di emissione di un comportamento e dell'acquisizione di nuove strategie in relazione a un dato stimolo. Per quanto possa sembrare banale, queste sperimentazioni sono state condotte in un momento in cui non erano a disposizioni tecnologie complesse come quelle attuali, capaci di misurare stimoli.

Skinner, uno dei principali fondatori del comportamentismo, partì dagli studi di Pavlov e di Watson  per introdurre delle importanti differenze: in particolare definì il comportamento studiato da Pavlov, come “condizionamento classico” o “comportamento rispondente”, oggi generalmente chiamato “comportamentismo classico” nel senso che Pavlov studiava il ruolo che il soggetto svolgeva, e nelle sue sperimentazioni il soggetto aveva un  ruolo assolutamente passivo, cioè, creato uno stimolo ambientale ad hoc, induceva una data risposta del soggetto.
Gli studi di Skinner si svolgevano più sul modo in cui un soggetto, anche in assenza di una stimolazione, produce o emette un dato comportamento, dunque, come si può indurre un comportamento anche complesso, introducendo delle variabili che sono gli stimoli, cambiando le forme di associazioni del soggetto per ottenere un'attività specifica o una modifica dell'ambiente e questo viene definito “comportamento operante”.
Nella conferenza (di cui presenta il video) Skinner presenta come (gli studi furono indotti su vari soggetti come piccioni, cani, scimmie), sia riuscito
la skinner-box, una macchina, una scatola predisposta per progettare e indurre forme di comportamento complesso all'interno di topi e piccioni. In questo caso vediamo come è riuscito ad indurre forme comportamentali complesse in piccioni attraverso la sua skinner-box

vedi video

Il piccione viene indotto a girare su se stesso attraverso un rinforzo che è il cibo. I piccioni selezionati dovevano essere in salute, dopodiché venivano privati del cibo fino a raggiungere una perdita di peso pari ad un terzo del loro peso totale, in modo tale che lo stimolo della fame  dovesse assumere una valenza importante per il piccione.
Il video dimostra forme di comportamento complesso che Skinner è riuscito ad ottenere addestrando questi specifici animali. Tuttavia riuscì ad arrivare a molte altre forme di comportamento e a ottenere molti altri risultati come quelli con i topi condotti a comportamenti sequenziati, cioè catene di operazioni sempre più complesse.
Notate che qui le cose cominciano a differenziarsi in modo sostanziale rispetto a Pavlov, poiché in questo caso il cibo non è immediatamente disponibile, non si trova nell'ambiente, ma è il piccione che per procurarsi il cibo attua una serie di procedure e di associazioni che lo portano verso l'ottenimento di quel dato rinforzo che lui “vuole” ottenere, per questo si chiama “condizionamento operante” perché va a condizionare l'operato, cioè l'agire del soggetto a cui la sprimentazione stessa viene rivolta.
Questa metodologia prende il nome di shaping.
Lo shaping è una metodologia didattica che consiste nel rinforzare ripetutamente comportamenti che, seppur lontano dal comportamento meta-prefissato, si avvicinano progressivamente all'obbiettivo.
Il rinforzo va fornito, quindi, limitatamente ai comportamenti positivi che sono relativamente facili per il soggetto, seppur ancora distanti per poi rinforzare quelli che si avvicinano sempre di più al comportamento ambientale.
Per fare ciò, il docente deve scomporre l'obbiettivo finale in piccoli sotto-obbiettivi in modo tale da ridimensionare temporaneamente le aspettative sulla persona, creando piccoli miglioramenti per volta, fino al raggiungimento della meta.
Ciò che avviene, praticamente, nel video sul piccione, cioè aspettando piccole rotazioni sempre crescenti, fino a ottenere il giro completo. Il rinforzo non avviene direttamente sul giro del piccione ma scomposto in una serie di piccoli comportamenti/rotazioni.
Questa metodologia è nota come shaping, come “formazione”, per così dire.
Possiamo, a questo punto, fare una sintesi rispetto a questa fase sul comportamentismo, come abbiamo visto, ovvero sia, per il comportamentismo l'apprendimento è semplicemente un'associazione indotta fra un dato stimolo e una specifica risposta indotta, e Skinner più in particolare esplicita “ogni apprendimento non è altro che un comportamento” e dunque l'apprendimento è  un'associazione indotta tra lo stimolo e la risposta comportamentale; l'apprendimento è tale quando l'associazione tra questi due elementi, lo stimolo e la risposta, è permanente, cioè quando permane un comportamento a lungo termine nel soggetto, e la tecnica dello shaping porta a delle conclusioni importanti: Skinner era riuscito a indurre forme di comportamento complesse scomponendo la programmazione degli interventi in sotto-obbiettivi.
Questo porta una concezione importante sul comportamentismo rispetto all'apprendimento e in generale alla didattica. I comportamentisti ritenevano, infatti, che qualsiasi apprendimento può essere appreso da chiunque perchè qualsiasi apprendimento , per quanto complesso, può essere scomposto in una serie di sotto-obbiettivi via via più semplici in modo tale da sposare quelle che sono le peculiarità  del soggetto a cui l'intervento si rivolge, nel senso che andrò a spezzettare la mia programmazione didattica in modo via via più elementare, a seconda dell'esigenza del soggetto, per fare in modo che lui, gradualmente, possa raggiungere metodi di apprendimento via via più complessi, via via più vicino a quello che è l'apprendimento meta che mi sono prefissato di raggiungere.
L'influenza del comportamentismo, oggi, è importante soprattutto  in relazione ad alcune metodologie didattiche che vengono applicate in specifici casi come in presenza di soggetti con disturbi dello spettro autistico, in presenza di soggetti DHD, in presenza di soggetti con disturbi e patologie di vario genere. In particolare l'ABBA ovvero l'analisi del comportamento, è una metodologia che viene utilizzata generalmente in ambito clinico ma anche in ambito didattico per specifici casi e con adeguato supporto dell'insegnante per indurre forme di apprendimento e del comportamento complesso in soggetti con le patologie che abbiamo visto. Ad ogni modo l'abba rappresenta una metodologia didattica che è frutto di queste scoperte effettuate all'interno del comportamentismo e in realtà è efficace per chiunque, e ovviamente a distanza di tempo le tecniche si sono affinate.
Per il comportamentismo il comportamento differente di ogni essere umano è dovuto alla propria storia personale, nel senso che le nostre vite non sono altro che la somma di una serie di rinforzi che hanno senso “per noi” nello specifico, che ci portano a emettere determinati comportamenti in relazione a determinate stimolazioni ambientali.
Particolarmente importante è la definizione che lo stesso Skinner fa di Educational Tecnology, infatti la skinner-box è a tutti gli effetti una tecnologia didattica, una tecnologia sviluppata appositamente per indurre determinate forme di comportamento, determinate risposte comportamentali in un soggetto. In questo senso abbiamo la prima differenziazione fra ciò che noi definiamo tecnologie didattiche e tecnologie per la didattica.
Tecnologie didattiche sono tutte quante le tecnologie che nascono con intenti esclusivamente didattici o educativi, come per esempio la LIM (lavagna interattiva multimediale) progettata e realizzata appositamente per fini di carattere didattico; gli LMS che sono (learning management system) piattaforme per la gestione e-learning (come Newton ecc); le metodologie didattiche stesse, nel senso di tecniche specifiche didattiche volte a favorire l'apprendimento e che nascono, appunto, con specifici scopi didattici.
Invece, per “tecnologie per la didattica” sono tutte quelle tecnologie che nascono per esempio, all'esterno dei confini didattici ma che poi vengono integrate e utilizzate per l'erogazione della didattica stessa, come ad esempio il computer, che non nasce per fini didattici ma attraverso cui oggi stiamo facendo lezione, o libri stessi che nascono non per scopi esclusivamente didattici ma che sono utilizzati per tali scopi; la lavagna ecc...ecc...

Questo ci porta a un'altra distinzione importante tra le ICT (Information Comunication Tecnology) o TIC (Tecnologie di Informazione della Comunicazione)

Il cognitivismo è una ennesima corrente psicologica che si sviluppa, inizialmente in risposta al comportamentismo, in America anche se poi diventa un vero e proprio filone culturale che coinvolge discipline anche tra di loro molto differenti come la linguistica, l'informatica, la filosofia ecc...
In particolare il cognitivismo, come lo stesso termine indica in risposta alla metodologia di indagine comportamentista, tende a porre l'accento su questioni completamente differenti, ovvero sia sul processo di elaborazione in termini di informazioni cioè su tutti quegli stati cognitivi o i processi cognitivi che determinano un dato comportamento e come abbiamo detto nel comportamentismo la mente non costituisce oggetto di indagine poiché non studiabile, nel cognitivismo, invece, il focus dell'attenzione cade proprio sui processi di elaborazione dell'informazione.
Questa corrente nasce nel 1955 in risposta al comportamentismo, ma in realtà comincia a svilupparsi già alla fine dell' '800, inizio del '900 in Germania e pone l'accento sui processi di elaborazione interna dell'informazione, (vedi comportamentismo che non forniva alcuna informazione relativa alle cause del perchè un soggetto potesse emettere comportamenti differenti in relazione ad uno specifico stimolo).
In particolare sono importanti gli studi condotti all'interno della psicologia della Gestalt, (fine 800, inizio 900). Gestalt significa “forma/struttura” e tutta la psicologia della Gestalt è orientata alla psicologia della cognizione, allo studio del fatto percettivo.
Generalmente l'istinto tra sensazione (dati acquisiti) e percezione è l'elaborazione che noi facciamo dei dati sensoriali. In particolare la Gestalt studia la percezione e le leggi che generano la percezione.
Padre della Gestalt è Max Wertheimer che condusse alcuni studi importanti relativi soprattutto alla percezione visiva. Questa metodologia di analisi di carattere psicologico era diffusa anche all'interno della Germania e proprio nella psicologia in generale, e fondamentalmente la metodologia della psicologia di questi anni, di questo periodo storico, prese il nome di Atomismo psicologico ovvero sia c'era l'idea che semplicemente qualsiasi fenomeno psicologico percettivo potesse essere analizzato , cioè scomposto in una serie di elementi atomici che poi avrebbero potuto essere studiati singolarmente, una volta ottenuta una esaustiva comprensione dell'elemento atomico che determina la percezione, un'operazione di sintesi della loro ricostituzione per lo studio delle loro interazioni, avrebbe assicurato una esaustiva comprensione del fenomeno globale della percezione.
E' fondamentalmente una sorta di riepilogazione  e di riproposizione del metodo scientifico classico, cioè la metodologia di analisi classica (dove analisi significa scomposizione), quindi si prende un fenomeno complesso, tipo per la biologia, prendere una molecola , la si suddivide nei suoi elementi via via più atomici (non in riferimento all'atomo ma alla proprietà di essere NON scomponibile), si studia l'unità minima e si eseguono le operazioni di sintesi riproponendo la forma delle varie interazioni che i vari elementi hanno tra di loro per arrivare a una comprensione globale del fenomeno che si sta studiando.
Questa metodologia fu mutuata dalla psicologia con l'atomismo psicologico e quello che si tentava di fare era di studiare la percezione in questo senso, ovvero, in quest'ottica va da sé che la percezione visiva era considerata semplicemente”quello che voi vedete in questo momento” “quello che voi state percependo in questo momento” in quest'ottica non è altro che la somma di tutti quanti gli stimoli è il rimbalzo dei contorni che la luce genera sulle vostre cellule dell'occhio.
Quindi, sommando insiieme tutti quanti questi stimoli si dovrebbe arrivare alla comprensione di quello che voi state vedendo in questo specifico momento.
Wertheimer ritenne che questo modo di analizzare la percezione  fosse profondamente errato e che non si potesse parlare di percezione come somma delle parti e ripropose la famosa frase aristotelica “Tutto è maggiore della somma delle parti” proprio per contrapposizione a questa metodologia di indagine che in quel momento storico stava diffondendosi nell'ambito della psicologia.
Wertheimer partì dallo studio di un fenomeno noto come Fenomeno Phi (fenomeno del movimento apparente). In particolare la sperimentazione che condusse W. Fu estremamente semplice: predispose una stanza buia con un soggetto in una estremità della stanza, di fronte al soggetto l'altra estremità della stanza, nei due angoli superiori della stanza erano presenti due luci che si accendevano a intermittenza. Egli notò che quando l'intervallo che separava l'accensione delle due luci scendeva sotto una determinata soglia temporale, al di sotto dei 200 ms (millisecondi), il soggetto smetteva di percepire questi moti discreti, quindi l'accensione alternata delle due luci, e cominciava a percepire una singola luce che si muoveva da destra a sinistra e da sinistra a destra.
 Il prof presenta una gif animata.
Si tratta di tanti stimoli discreti (dove per discreto è un elemento separato e unico, mentre continuo è un elemento in mutazione, in continua elaborazione).
Perchè Wertheimer pose tanta attenzione a questa sperimentazione? (cioè che il soggetto, scendendo sotto la soglia minima smetteva di percepire lo stimolo avvertendo un unico movimento della luce)
Il metodo atomistico, in questo caso, non riusciva a fornire una spiegazione a ciò e Wertheimer elabora le leggi della Gestalt, ovvero comincia a presupporre che il ruolo del soggetto all'interno della percezione, non è un ruolo passivo ma è un ruolo attivo, nel senso che il soggetto partecipa alla strutturazione della percezione attraverso leggi specifiche che veicolano il modo attraverso cui il nostro cervello elabora i dati provenienti dall'esterno e gli attribuisce una semantica e un senso.

 Ogni soggetto ha innate ed immutabili leggi che guidano la sua percezione, la sua cognizione nel senso che lo aiutano nella strutturazione delle informazioni provenienti dall'ambiente esterno in particolare _Wherteimer (vertaimer) formulò le 4 leggi:
-LA LEGGE DELLA VICINANZA gli stimoli tendono ad organizzarsi in forme sulla base della loro vicinanza
-LEGGE DELLA SOMIGLIANZA Più gli stimoli sono simili tanto più tendono ad organizzarsi in forme
-LEGGE DEL MOTO COMUNE gli stimoli che si muovono tendono ad essere percepiti come unità
-LEGGE DELLA CHIUSURA le forme chiuse sono percepite meglio di quelle aperte, se la chiusura è incompleta il soggetto tende a completare percettivamente.
Generalmente tt queste leggi  potrebbero sintetizzare che gli stimoli tendono a raggrupparsi in forme quanto più sn omogenee fra di loro..quando si parla di Gestalt si parla di queste leggi
La Gestalt è la forma, la struttura pero in realtà la gestalt sono le strutture interne che regolano il nostro ruolo attivo nel processo di percezione, quelle leggi che strutturano la percezione in un modo piuttosto che in un altro. Prima di parlare del cognitivismo in generale.
Le strumentazioni nate nella psicologia della Gestalt che tutt'oggi trovano applicazione in ambito scolastico,in particolare già  wherteimer si è occupato principalmente della percezione visiva i suoi allievi iniziarono mettendo in evidenza come la percezione nn potesse essere studiata se nn in relazione con la sua espressione, ossia con il movimento che rappresenta espressione della percezione più nello specifico gli studi condotti in quel periodo porteranno ad una serie di strumenti di rilevazione che vengono applicati oggi e che valutano la competenza di scrittura degli studenti. Oggi con la legge 170 del 2010 gli obiettivi ministeriali prevedono che gli insegnanti del primo ciclo di istruzione della scuola primaria riescano a raggiungere determinati obiettivi di apprendimento tra i quali leggere scrivere e fare di conto inoltre la L. 170/10 ha determinato che i  disturbi specifici dell'apprendimento la cui presa in carico nn più da parte dell'insegnante di sostegno ma avviene da parte dell’insegnante  curriculare.
I disturbi specifi dell'apprendimento sono una serie di disturbi che coinvolgono competenze specifiche relative al dominio dell'apprendimento ovvero competenze scolastiche.
La legge 170 richiede agli istituti tra le sue finalità il monitoraggio All interno delle scuole per valutare l'eventuale presenza di questa situazione di disturbo da suggerire in caso di rilevazione di disturbi di questo tipo  alla famiglia del soggetto per la visita medica All ASL per valutare l effettiva presenza di questo disturbo.
Uno dei disturbi pubblicati nel DSA è il disturbo della scrittura ovvero La disgrafia che si manifesta come scrittura illeggibile. La L170 prevede il monitoraggio in ingresso e in uscita sulle competenze intaccate da parte di questi disturbi letturascrittura e calcolo
Tra gli strumenti che abbiamo a disposizione standardizzati e validati da un punto di vista scientifico THK BBSCO2 che può è deve essere somministrato da parte degli insegnanti appartenti alla scuola primaria come test ingresso e test in uscita, per valutare i livelli di competenza della scrittura.
THK BBSCO2 la storia rimanda agli studi percettivi condotti nella psicologia della Gestalt.
La storia di uno degli strumenti utilizzati e realizzati in questo filone come viene applicato in ambito scolastico:
Già dal 1900 gli studi di Wherteimer furono messi in correlazione con specifiche abilità scolastiche più nello specifico con la scrittura la prima a analizzare questa relazione e ad indurre importanti modifiche rispetto al suo maestro fu la psicologa LAURETTA BENDER la quale iniziò a studiare la relazione fra capacità percettiva visiva di un soggetto e la loro espressione nel movimento attraverso la tracciatura  le forme geometriche elementari fondamentalmente già da questo momento è poi nell'arco di tutto il 900 la capacità di copiare forme geometriche verrà verificata a livello scientifico nello specifico come la capacità di copiare forme geometriche elementari (cerchi rombi punti stelle) con le capacità grafiche di un soggetto, facendo riferimento a
2 domini completamente diversi una cosa è la grafia come espressione grafica come tratto del soggetto (il modo in cui scrive) un'altra è ortografia il modo in cui redige un testo da un punto di vista semantico strutturale, gli errori che commette in fase di scrittura (esempio omette la H nel verbo avere è un errore ortografico avere una scrittura illeggibile è un errore di carattere grafico)
Tra i DSA ci sono 2 disturbi a carico della scrittura
DISGRAFIA dal greco dius grafia =nn grafia scrittura illeggibile
DISORTOGRAFIA  dal greco dius ortografia= nn corretta grafia ricca di errori (come inversione di sillabe) che fanno riferimento a 2 disturbi con sintomatologie diverse.
Strumento che serve a valutare la capacità grafica del soggetto
La prima a studiare la relazione tra percezione ed la sua  espressione è la psicologa Lauretta Bender oltre a distaccarsi dal suo maestro WHERTEIMER perché credeva che la percezione dovesse essere studiata in connubio con la sua espressione in movimento Lauretta Bender si Allontana da Werthaimer nel sostenere che le leggi della Gestalt nn sono innate ma sono leggi evolutive vanno incontro ad un evoluzione nel periodo di sviluppo del soggetto e quindi mutano in relazione ad elementi di natura ambientale e biologica durante lo sviluppo dei soggetti
In particolare Lauretta Bender comincio a studiare la possibilità di discriminare tra i soggetti in stato patologico e soggetti a sviluppo tipico attraverso la realizzazione di un test che rappresenta un test clinico. (non quello utilizzato dagli insegnanti di natura didattica)
Bender Gestalt test relativo alla tracciatura di forme geometriche che analizza come soggetti (inizialmente pensato per gli adulti)
L esempio è una forma ridotta per soggetti tra i 5 e 9 anni per valutare se le capacità grafiche di questi soggetti indichino la presenza di una patologia o indichino uno sviluppo della capacità di tracciatura e quindi di scrittura  in linea con la normalità. Questo test è alle origini dei test odierni da questo sono stati sviluppati una serie di test via via più sofisticati accompagnati da indagini psicometriche sempre più complesse hanno permesso di arrivare allo sviluppo di test attualmente in circolazione per la valutazione della capacità psicomotorie per la valutazione delle competenze grafiche del soggetto cioè di scrittura del soggetto.
Test semplice in cui l'operatore mostra ad un soggetto delle forme e richiede di ricopiarle su un foglio bianco A4 senza alcuna linea guida (fa vedere le forme proposte) nn sono forme casuali ma sono tutte forme che derivano dalle leggi degli studi di Wherteimer come l’esagono di Wherteimer  ognuna di queste forme è stata strutturata per verificare come un soggetto percepisce l ambiente gli stimoli ambientali e come codifica attraverso il movimento
Gli esagoni sn caratterizzati da una sovrapposizione soltanto In alcuni punti alcuni angoli ci sn una serie di leggi indicano che le forme convesse sono percepite meglio delle forme concave una serie di leggi che regolano il nostro modo di percepire sulla base di queste leggi sono state create questa serie di forme.
Una di Queste forme serve a valutare il grado di sviluppo le competenze topologiche
Nel periodo evolutivo Generalmente della scuola primaria i soggetti affinché riescano a sviluppare un adeguata competenza grafica al di là della capacità di lettura e calcolo.
È necessario che gli studenti abbiamo maturato competenze di 2 tipologie:
COMPETENZE TOPOLOGICHE: sviluppo dei principali concetti di natura spaziale( destra sinistra dentro fuori lontano) i primi concetti sviluppati da un bambino. Tali competenze dipendono dal punto di vista dell'osservatore.
COMPETENZE EUCLIDEE: la capacità di un soggetto di valutare e percepire forme indipendentemente dalla sua posizione all'interno dello spazio quindi sulla base di parametri oggettivi come numero di curve angoli linee distanza relazione tra figure. Tali competenze quindi sono più complesse perchè non dipendono dalla posizione dell'osservatore rispetto all'oggetto osservato.

TIPOLOGIE DI ERRORI nelle rappresentazioni grafiche:
Rotazione: viene considerata come errore quando nella rappresentazione, la rotazione della figura stimolo è maggiore di 80 gradi.
Semplificazione: quando delle forme stimolo complesse vengono riprodotte in modo semplificato (quadrato invece del rombo ecc.)
Regressione: simile alla semplificazione
Perseveranza: quando il soggetto continua a disegnare una figura che non corrisponde alla figura stimolo (perseveranza di primo tipo); Quando invece il soggetto continua a disegnare elementi delle figure stimolo precedenti (perseveranza di secondo tipo)
Collisione: quando disegna tutte le forme una vicina all'altra, lasciando ampi spazi sul resto del foglio.
Impotenza: un comportamento relativo alla percezione che il soggetto ha delle proprie capacità (non ce la faccio, non lo so fare..)
Coordinazione motoria e di angolazione: quando il soggetto è tremolante nella rappresentazione
Coesione: si ha quando la figura presenta dimensioni errate rispetto alla figura stimolo.
Tempo: quando il soggetto impiega più di 15 minuti nell'effettuazione del test.

Sulla base di questi test sono state condotte nel 900' una serie di indagini volte a valutare come la grafia potesse dipendere dalle capacità percettive ed integrazione visuo- motorio dell'individuo. Un soggetto che non riesce a sviluppare una competenza grafica potrebbe avere problematiche a livello ideativo (di percezione), motorio (di riproduzione), percettivo.
Sono stati sviluppati ulteriori test per valutare la competenza di grafia (dei prodotti grafici) e altri test relativi alla valutazione della capacità visuo-motoria dei soggetti, ovvero di tutte quelle attività svolte all'interno dell'ambiente scolastico, quale la lettura, la scrittura e il calcolo.
Il Visual Motor Integration Test (V.M.I)  insieme al Test Percettivo Visuo-Motorio rappresenta uno dei test più utilizzati per la valutazione del grado di sviluppo delle competenze di integrazione visuo- motorie per i soggetti di età compresa fra i 3 anni e i 18 anni.
Esso nasce sulla base del vergel test ma si sviluppa trent'anni dopo, precisamente nella seconda metà del 900'. Tuttavia è necessario precisare alcune differenze: Mentre il Vergel test nasce per uso clinico quindi per individuare la presenza di patologie, il V.M.I mira alla valutazione del livello di sviluppo dell'integrazione visuo motoria. Di conseguenza esso può essere usato anche da educatori ed insegnanti, non sono da specialisti in ambito clinico. Si tratta di un test "carta e matita" ovvero di tracciamento di 27 forme geometriche che devono essere riprodotte dal soggetto.
Mediamente un bambino di tre anni riesce a riprodurre autonomamente una linea verticale, orizzontale e un cerchio.

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