ROSA E CAROLINA AGAZZI – IL BAMBINO DOMESTICO

le sorelle rosa e Carolina Agazzi individuano, invece, il bambino domestico. Queste due sorelle hanno lasciato una traccia nella storia dell'Italia per la riforma dell'educazione infantile. Infatti la Casa dei Bambini di Mompiano, servì come modello a molti altri asili infantili che sorsero col nome delle sorelle Agazzi. 
In queste queste scuole le sorelle Agazzi, anche se con molte difficoltà, riuscirono a concretizzare il loro di ideale di scuola materna e tale iniziativa costituì il modello della scuola per l'infanzia istituita dallo Stato nel 68.
Le sorelle Agazzi intesero trasformare l'asilo infantile eliminandone ogni precocità e rendendolo maggiormente a misura di bambino.
Il bambino doveva crescere in un ambiente che stimolasse la sua creatività attraverso il dialogo vivo e fecondo con l'adulto. 
L'atmosfera familiare, con le sue caratteristiche effettive, poteva rendere più vitale l'educazione.
La figura dell'adulto era costituita dall'educatrice che doveva possedere i tratti comportamentali materni per salvaguardare la continuità con la famiglia. L'ambiente e le occupazioni dovevano riproporre e riprodurre, a misura proprio del bambino, la dimensione domestica.
La scuola si organizzava come una casa ed era dotata, oltre che dall'aula e del giardino con animali e piante, anche di un ripostiglio per l'abbigliamento e di un museo in cui raccogliere le “cianfrusaglie senza brevetto”.
Le sorelle Agazzi riconoscevano un ruolo centrale dell'ambiente, ma in senso diverso rispetto alla approccio naturalistico promosso dai promotori dell'educazione nuova,

Il metodo delle sorelle Agazzi contrassegnava le strutture educative dedicate all'infanzia in chiari simboli materni,che delinea una un asilo che non debba presentarsi come una realtà diversa da quella usuale per il bambino, ma sottolinea l'opportunità che esso si configuri come una continuazione della sua esperienza familiare e ambientale. Il bambino può essere protetto dagli squilibri emotivi derivanti dal contatto con l'ambiente solo mantenendo in vita una sorta di cordone ombelicale con la figura del ruolo materno

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