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SFIDA – LA MULTIMEDIALITA'
Dalla
lettura dei due brani di Baricco e Mastrocola risulta evidente che ci
troviamo di fronte a due diverse interpretazioni della
multimedialità:
per
Baricco
il
nuovo barbaro non è né buono ne cattivo
ma semplicemente il segno del cambiamento
del nuovo che avanza.
Per
Mastrocola,
invece, il fenomeno del ipermedialità ci pone di fronte a una sorta
di oblio
della conoscenza educativa
nei confronti del quale la scuola non può far altro che togliere
il disturbo.
Due
autori, Francesco Antinucci psicologo e Lucio Russo fisico e
storico della scienza, interpretano in una maniera differente i due
brani.
Per
Antinucci,
il brano di Baricco “la
scuola e si è rotta”,
pone al centro della sua riflessione la connessione tra la
multimedialità e processi di apprendimento sottolineando
l'importanza
formativa delle tecnologie
poiché sono essere capaci di potenziare
l'apprendimento
percettivo-motorio
e che è la via più semplice e comoda per attivare conoscenze
interiorizzate.
La
scuola dovrebbe, quindi, ricentrare la sua azione intorno
all'apprendimento esperienziale favorito
dall'uso del computer.
A
questo punto facciamo un attimo la differenza tra la modalità
simbolico ricostruttiva e invece quella percettivo-motoria o
esperienziale.
La
modalità simbolico-costruttiva
intende lo studio e/o l'apprendimento attraverso i libri
mentre
quella percettivo
motoria
intende lo studio e/o l'apprendimento attraverso il computer.
modalità
simbolico-costruttiva
-
richiede un processo apprenditivo totalmente all'interno della mente senza prevedere alcuno scambio con l'esterno;
-
la scansione è lenta e sequenziale perché le capacità di lettura comprensione riflessione richiedono tempi lunghissimi
-
le conoscenze sono sempre manifestabili verbalmente, ma difficilmente richiamabili e utilizzabili in contesti concreti
-
le conoscenze sono tendenzialmente instabili, poiché per conservarle, occorre richiamarle periodicamente
modalità
percettiva motoria esponenziale
-
avviene invece attraverso un continuo scambio di input percettivi e output motori con l'esterno
-
le azioni si susseguono rapidamente e il ritmo una scansione velocissima
-
le conoscenze, pur essendo difficilmente dichiarabili, sono subito fruibili sul piano fattuale e facilmente impiegabili
-
gli apprendimenti assumono il carattere dell'efficienza e della stabilità perché in presenza del contesto adatto si recuperano facilmente.
Secondo
Antinucci, quindi, si direbbe che l'uso del computer in ambito
educativo, possa rappresentare una sorta di panacea in grado di
guarire fatalmente tutti i mali della scuola.
Alla
prospettiva di Antinucci si oppone quella di Russo.
Russo
ridimensiona l'innamoramento per la multimedialità e contrasta
decisamente il primato dell'apparato strumentale della Comunicazione
elettronico-informatico ai fini didattici.
La
scuola, quindi, deve prendere
le distanze
dalla conoscenza fondata sulla concretezza percettivo-motoria per
approdare alla teoria intesa come chiave della scienza/conoscenza
vera, che va al di là della superficie delle cose.
Secondo
la professoressa Attinà, vi deve essere una
mediazione tra le due linee di pensiero e
quindi non renderle radicalmente alternative.
Occorre
praticare altre strade e cioè concettualizzare e problematizzare i
media per garantire, nei loro confronti, la
giusta presa di posizione,
quindi
la giusta distanza da posizioni assolutiste,
coniugando quegli spunti di riflessione in grado di contribuire
all'educazione
ai media e con i media.
Questo
compito appare particolarmente urgente in campo scolastico:
si tratta cioè di trovare una mediazione tra l'entusiasmo e la
stroncatura, tra la testualità e l'ipertestualità tra tradizione e
innovazione.
L'esperienza
cognitiva e conoscitiva va orientata
e sostenuta dall'adulto educatore
che svolge il ruolo di impalcatura di sostegno.
Per
i bambini
il rischio
non giace nel virtuale in sé ma nel
non saper individuare il limite tra virtuale e artificiale,
per
evitare che, quindi, perda il contatto con la realtà.
Il
mondo della multimedialità, quindi, rappresenta una delle dimensioni
possibili dell'uomo
ma non può costituire l'unico habitat dello sviluppo infantile.
Bianca
Maria Varisco
sottolinea che il ruolo delle tecnologie digitali va considerato un
obiettivo educativo di primaria importanza.
La
navigazione, intesa come metafora delle nuove tecnologie
informatiche, deve essere sostenuta e con criteri
in grado di orientare il lungo viaggio formativo poiché se non è
orientata da una bussola, rischia di non approdare da nessuna parte
o meglio semplicemente di naufragare in un naufragio cognitivo
affettivo ed educativo.
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